cosa vedere in emilia romagna

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA IN 7 GIORNI

Partiamo alla scoperta di una delle regioni italiane più suggestive e scopriamo insieme cosa vedere in Emilia Romagna in 7 giorni.

Ti fa pensare a Rimini e Riccione e a chilometri di spiagge attrezzate vigilate da aitanti bagnini?

Oppure a mega discoteche assiepate da giovani scatenati a suon di musica a tutto volume?

In questo caso sei vittima di luoghi comuni.

L’Emilia Romagna è anche questo, ma davvero è molto, molto di più.

Innanzitutto, è l’unione di due regioni.

L’Emilia, con le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e buona parte della provincia di Bologna, e la Romagna con le altre province Ravenna, Rimini, Forlì – Cesena.

Oltre alla restante parte orientale della provincia di Bologna.

Zone popolate da tempi remoti, come ad esempio il sito di Monte Poggiolo, presso Forlì.

Qui sono stati rinvenuti reperti risalenti a circa 800.000 anni fa.

E, nell’intera regione, tante sono le testimonianze storiche e culturali di questo ricco passato.

Ma oltre all’arte e alla cultura, molteplici sono le risorse naturali.

Per non parlare della preziosissima cucina, apprezzata e conosciuta in tutto il mondo.

Vogliamo ricordare il parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il Culatello, il Ragù, le Tagliatelle, i Tortellini, l’Aceto Balsamico?

E che dire dei vini?

Quindi, riassumendo, città testimonianze di storia ma ancora ricche di cultura (Parma: Capitale Italiana della Cultura 2020).

Parchi naturali, castelli, borghi medievali, colline, mare, cucina, vino, percorsi naturalistici.

E poi, per gli appassionati sportivi, le più prestigiose case automobilistiche del nostro paese.

Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per ogni stagione, una meta che saprà soddisfare ogni tipo d’esigenza e che difficilmente dimenticherete.

ACCOGLIENZA, PASSIONE E SERVIZI

Sì, perché qui non ci saranno gli scogli della Sardegna, il paesaggio di Taormina, la costiera Amalfitana.

Nè i preziosi palazzi di Firenze, lo stupore di Venezia, il Vesuvio o i Faraglioni di Napoli.

Ma se vuoi sapere cosa vedere in Emilia Romagna te lo spiegano loro… Sono gli emiliani e i romagnoli, che hanno saputo rimboccarsi le maniche.

E hanno posto al servizio del turista le loro spiccate capacità imprenditoriali riuscendo nell’impresa di soddisfare qualunque suo desiderio.

Accontentando un ampio pubblico. Dal buongustaio allo sportivo, dall’appassionato d’arte al modaiolo. Ti sembra poco?

Pensando a tutto quel che ci sarebbe da visitare in Emilia Romagna potrei dilungarmi per ore.

Ma sarà necessario operare una cernita se la vacanza dovrà occupare solo 7 giorni, altrimenti potresti trascorrerci un mese!

Cerchi nel web qualche itinerario in queste terre o spunti su cosa vedere?

Noterai, oltre all’abbondanza di consigli, alla disposizione dei siti e dei luoghi, un ordine logico per argomento ma ostico dal punto di vista geografico.

Come se il viaggiatore potesse “zompettare” qui e là senza tener conto delle distanze, nemmeno avesse il suo elicottero personale.

Per questo motivo ho ipotizzato un percorso geograficamente coerente, che inizia dall’entroterra, quindi dall’Emilia.

E lascia per ultimo il mare, la Romagna, dove rilassarsi qualche ora dopo le corse dei giorni precedenti.

La prima provincia emiliana iniziando il percorso da ovest è Piacenza, ma prima di entrare in città consiglio uno dei più bei borghi d’Italia.

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA: BOBBIO, PIACENZA

Situato alle pendici del Monte Penice, a poco più di 40 km da Piacenza.

E il piccolo centro, il più importante della Val Trebbia, offre una suggestiva atmosfera medioevale, con le strette viuzze, le case in sasso e gli edifici signorili.

Da non perdere il Ponte Gobbo o “Ponte del Diavolo” che ricorda la leggenda di San Colombano.

La stessa Abbazia di San Colombano con l’opera di Lanzani.

E il Castello Malaspina, risalente al 1360 e più volte rimaneggiato con la sua cinta muraria e la Sala delle Marine.

Sono due gioielli del borgo insignito di Bandiera Arancione (il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano).  

CASTELLO DI RIVALTA, PIACENZA

Stai guidando da Bobbio verso Piacenza e, circa a metà strada, in località Gazzola, raccolto anch’esso in un piccolo borgo antico, incontri il Castello di Rivalta.

Possente struttura militare caratterizzata dalla quattrocentesca Torre cilindrica che sovrasta l’intero maniero.

ROCCA D’OLGISIO, PIACENZA

Se ti appassionano i borghi e le rocche medievali, sarebbe bello riuscire a dormire a 20 km da Gazzola.

Nel comune di Pianello Val Tidone, proprio nella roccaforte fondata attorno all’anno Mille, che offre il pernottamento.

Una pittoresca salita raggiunge la fortezza consistente in un mastio diviso in vari ambienti che culminano in un loggiato cinquecentesco circondato da sei ordini di mura.

PIACENZA: COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA

E ora un salto nella città di Piacenza distante una trentina di chilometri.

D’origine etrusca, termine o inizio della via Emilia, è sempre stato un importante centro e mercato.

Una città fluviale che sorge tra le nebbie della Pianura Padana e contende a Roma e Lucca il primato per il maggior numero di chiese tra le sue mura.

Faceva parte del Ducato di Parma e Piacenza, dunque conserva testimonianze degli antichi fasti e delle proprietà della potente famiglia Farnese.

Come il Palazzo Farnese con i suoi Musei Civici.

Passeggiando per il centro della città cerca di sbirciare all’interno dei suoi eleganti palazzi.

E scoprirai chiostri interni, bellissimi giardini e veri e propri parchi intimi.

Una visita al Duomo e al Palazzo Gotico non dovranno distrarti dal raggiungere la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e la meravigliosa Sala dei Teatini.

Ma da Piacenza parte anche la strada dei vini che raggiunge Parma, Reggio Emilia e Modena.

Vini tra cui spicca il Gutturnio, rosso ideale per accompagnare le prelibatezze della Food Valley.

Luogo che vanta la maggior concentrazione di DOP e DOC d’Italia tra formaggi, salumi e vini.

La coppa, pancetta e salame, i pisaréi e fasö, gli anolini, da non confondere con gli agnolini che sono mantovani. Oltra ai tortelli con la coda, la bomba di riso e la piccula ad cavall.

Il Gutturnio piacentino diventerà Lambrusco a Modena e Pignoletto, super frizzante sui Colli bolognesi.

Il paradiso enogastronomico che non mancherai di onorare gustando il famosissimo Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, la Piadina, lasagne, tagliatelle, tortellini e tigelle.

ROCCA VISCONTEA DI CASTELL’ARQUATO

Partendo da Piacenza, proseguendo quasi paralleli alla via Emilia in direzione Est, a circa 30 km si trova la roccaforte eretta nel trecento da Luchino Visconti.

Costruita in laterizio, spicca un maestoso mastio che sovrasta e protegge il borgo e la Val d’Arda.

Dal 1466 al 1707 è rimasta proprietà degli Sforza fino ad essere inglobata nel Ducato di Parma e Piacenza. E

oggi ospita il Museo Multimediale sulla vita nel Medioevo. 

VIGOLENO, PIACENZA

Discostandoci di appena 9 km in direzione Sud-est s’incontra il borgo fortificato di Vigoleno.

Qui sorge il castello che domina la Val Stirone e presenta una curiosa pianta a forma d’elisse.

E, sempre qui, si trova la Pieve di San Giorgio esempio caratteristico di arte romanica.

Se hai voglia di natura, qui ci troviamo accanto, circa 8 km, al Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano.

E’ un’area protetta di circa 2.200 ettari tra le province di Parma e Piacenza, nata dall’unione tra il Parco Regionale Fluviale dello Stirone e la Riserva Naturale Geologica del Piacenziano.

Il Parco è noto al mondo scientifico internazionale per la presenza di reperti fossili dell’era Terziaria e Quaternaria.

Resti rinvenuti grazie a processi erosivi dell’acqua dello Stirone.

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA: SALSOMAGGIORE TERME, PARMA

Ad appena 11 km da Vigoleno o a 5 km dal Parco dello Stirone, se hai gradito quella sosta, si trova probabilmente la più elegante e famosa stazione termale della regione.

Stiamo parlando di Salsomaggiore Terme, ben nota anche al resto d’Italia e non solo.

In Emilia Romagna vi sono ben 26 centri termali, alcuni circondati da parchi.

E altri affacciati sul mare che ormai sono da tempo apprezzate mete turistiche e veri e propri centri benessere.

Alcuni esempi: le Terme di Monticelli e di S. Andrea Bagni, oltre a Salsomaggiore, tutte in provincia di Parma, Castrocaro in provincia di Cesena-Forlì.

Questo potrebbe essere un itinerario a parte, per oggi gustatevi un bel giretto veloce tra questi eleganti palazzi liberty e verdi viali.

PARMA

A 34 km da Salsomaggiore scopriamo il gioiello della regione: Parma, ricca di storia, arte e architettura.

Cosa vedere in Emilia Romagna? La città del Correggio e del Parmigianino.

Uno scrigno che custodisce tesori inestimabili tra cui il Duomo e il Battistero che rendono la piazza una delle più belle d’Italia.

Ci vorrebbero tutti i 7 giorni per rendere onore a Parma, tante sono le bellezze da scoprire.

Non a caso ha rivestito il ruolo di Capitale Italiana della Cultura 2020.

Per non parlare delle prelibatezze da gustare, ma siamo già al terzo giorno e qualcosa bisogna saltare.

Ma se ti va, nessuno vi vieta di stravolgere l’itinerario e soffermarti qui per apprezzare i tesori vi dimorano.

Magari allargando la gita a qualche castello dei dintorni. Come Il Castello di Bardi, il Castello di Torrechiara, il Castello di San Pietro in Cerro, il Castello di Scipione dei Marchesi Pallavicino.

E, ancora, il Castello Pallavicino di Varano De’ Melegari, la Rocca dei Rossi di San Secondo Parmense e la Rocca di Sala Baganza dove è stato allestito il Museo del Vino!).

Due sono i monumenti, già citati, che non si possono saltare.

IL DUOMO

Ecco uno scenario medievale bellissimo e tra i meglio conservati d’Italia.

Piazza Duomo con il Duomo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Battistero adiacente e il Palazzo del Vescovado.

Il Duomo, risalente alla seconda metà  dell’XI secolo, è un vero gioiello di architettura romanica.

Pur essendo stato oggetto di parecchi interventi fino ai primi del ‘500. Come, ad esempio, il campanile gotico  più “giovane” di due secoli.

Gli interni sono decorati da affreschi cinquecenteschi.

Il transetto destro ospita la Deposizione di Benedetto Antelami, autore anche della cattedra episcopale.

Mentre la cupola è un’avvolgente emozione mozzafiato grazie al rivoluzionario affresco del Correggio, l’Assunzione della Vergine.

L’ingresso al Duomo è libero, quindi non potete perderlo.

IL BATTISTERO

Vicinissimo al Duomo , anche se posteriore nel tempo, è un prisma a base ottagonale splendido e imponente nel suo marmo rosa di Verona.

Alla base presenta tre  massicci portali.

Quello a nord della Vergine, a sud della Vita e ad ovest quello del Giudizio Finale.

Lo spettacolo è all’interno.

Pareti scavate da nicchie affrescate impreziosite da altorilievi dello scultore Benedetto Antelami raffiguranti i mesi e i segni zodiacali.

Il tutto ombreggiato da una cupola magnificamente affrescata.

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA

Subito dietro la piazza del Duomo trovate il complesso benedettino che comprende la chiesa, il monastero e la spezieria.

L’interno della chiesa è decorato dagli affreschi del Parmigianino, autore dei Santi nelle tre cappelle della navata sinistra, e del Correggio.

Suo il capolavoro nel rivestimento della cupola con il Transito di San Giovanni.

L’ANTICA SPEZIERIA DI SAN GIOVANNI

Il Parmigianino, che era sì di Parma, ma era anche piccino e delicato di lineamenti e morì a soli 37 anni.

Pare che, negli ultimi anni della sua vita, avesse perduto la sua integrità mentale e si fosse allontanato dalla sua arte per una passione malata per l’alchimia.

In questa spezieria, unica farmacia cinquecentesca in Italia, sembra d’immaginarlo a trastullarsi con gli alambicchi e gli strumenti originali del XVI e XVII secolo!

IL MONASTERO DI SAN PAOLO

La Badessa Giovanna da Piacenza non badò a spese per decorare il monastero. E, soprattutto, il suo appartamento.

Tanto che, ad affrescare la sua stanza, la Camera di S. Paolo, incaricò niente meno che i il Correggio.

L’artista diede vita ad un mirabile esempio di arte cinquecentesca dipingendo la volta ad ombrello che si trasforma in un pergolato a cielo aperto.

PIAZZA GARIBALDI

Il cuore del centro storico di Parma è costituito da Piazza Garibaldi.

Qui, di fianco alla strada dell’Università, s’incontra la Chiesa di S. Pietro e il Palazzo del Governatore con la caratteristica Torre dell’Orologio.

Oltre all’orologio espone due meridiane dell’800 che riescono ad elencare ore, mesi e costellazioni zodiacali.

PALAZZO DELLA PILLOTTA

L’enorme complesso della Pilotta è stato in costruzione e rifacimento per secoli fin dal 1583.
E deve il suo nome al gioco della pelota che si praticava in uno dei suoi cortili.

Oggi è il centro culturale parmense poiché ospita il Museo Archeologico Nazionale, la Galleria Nazionale.

E custodisce opere inestimabili di Leonardo da Vinci, Van Dyck, Canaletto e, ovviamente, Correggio e Parmigianino.

Vi trova sede la Biblioteca Palatina, ma soprattutto il celebre Teatro Farnese interamente in legno grezzo, antico teatro di corte.

TEATRO REGIO

Fatto costruire dalla duchessa Maria Luigia negli anni venti dell’800 è uno dei più importanti teatri italiani.

Perché Parma è anche la città dei teatri per la grande tradizione e passione per la musica lirica.

E questo teatro ospita ogni anno il Verdi Festival, tradizionale evento per gli appassionati del genere.

PARCO DUCALE

La città è divisa in due dal fiume Parma.

La parte “al di là dall’acqua”, ad ovest del fiume, è dedicata al bellissimo Parco Ducale.

Si tratta di un’area verde di oltre 20 ettari molto ben curati che appartenne dapprima ai Farnese, poi ai Borbonici ed infine a Maria Luigia d’Austria che lo rese pubblico.

Una bella passeggiata rinfrancante lungo i viali alberati per vedere il Palazzo Ducale del Giardino e la Fontana del Trianon, ispirata alle fontane di Versailles, che domina l’isolotto.

IL LABIRINTO FONTANELLATO, PARMA

Il tempo incalza ed è giunta l’ora di lasciare Parma, non prima però di divertirti a visitare una vera curiosità.

Parliamo del più grande dedalo al mondo, il Labirinto Fontanellato.

Costruito dal noto designer Franco Maria Ricci è costituito di tutte le specie di piante di bambù e lo trovate a meno di 20 km in direzione nord-ovest.

Fontanellato è anche un bellissimo borgo, un piccolo antico borgo con tanto di arco e ponticello all’ingresso come quelli di un castello.

Infatti la Rocca Sanvitale risalente al 1124, è un castello. Possiede una rete di canali che lo circondano e i portici dove ancora si trova qualche insegna d’una vecchia bottega.

E poi i dipinti del Parmigianino nella Camera Picta eseguiti nel 1524.

Non per niente anche Fontanellato può vantare la sua Bandiera Arancione.

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA: BUSSETO, PARMA

Come hai già capito, Parma è la città più dedita alla musica dell’intera Emilia Romagna.

Non a caso ha dato i natali a personaggi del calibro di Giuseppe Verdi ed Arturo Toscanini.

Infatti Parma è una città di teatri, ma a 18 km ancora più a nord-ovest troviamo Busseto, città natale del Maestro Giuseppe Verdi.

Questo piccolo borgo è interamente dedicato alla vita del compositore, iniziando da Piazza Verdi sovrastata dalla statua in bronzo dedicata al Maestro.

Oltre alla Rocca duecentesca, dimora un tempo dei Pallavicino ed ora sede del municipio, si affacciano sulla piazza il Teatro Verdi, datato tra il 1856 e il 1868 e Casa Barezzi.

Qui il compositore visse con la moglie Margherita Barezzi.

La casa è praticamente un museo dedicato al maestro ricco di cimeli, lettere autografe, ritratti e testimonianze della sua vita e della sua carriera.

Appena fuori le mura si trova Villa Pallavicino, un bell’edificio rinascimentale che oggi ospita il Museo Nazionale Giuseppe Verdi.

C’è anche un’altra ragione per visitare Busseto, è infatti una delle tappe  della Strada del culatello.

Si snoda interamente fra la via Emilia e il fiume Po.

Da Parma, attraverso Fontanellato, San Secondo, Soragna, Busseto, Polesine Parmense, Zibello, Roccabianca, Sissa ed infine Colorno, è raccomandabile degustare il raffinato Culatello di Zibello.

Insieme al Parmigiano Reggiano a alla Spalla di San Secondo.

REGGIO EMILIA

Da Busseto, a circa 68 km in direzione sud-est, ma se invece dell’autostrada volessi percorrere la provinciale sono appena una decina in più.

Nel cuore della Pianura Padana, troviamo Reggio Emilia. Sicuramente risponde alla domanda: cosa vedere in Emilia Romagna.

E’ celebre per la sua gastronomia (vi dice niente il Parmigiano Reggiano?), ma anch’essa città d’arte.

Val la pena vedere la Crocifissione del Guercino nella Basilica della Ghiara, e il maestoso Teatro Municipale, uno dei più importanti musei d’opera d’Italia.

MODENA

Proseguendo lungo la via Emilia, sempre in direzione sud-est, dopo 29 km troverai la città di Modena.

La visiterai dopo aver assaggiato il gnocco fritto.

E’ un piatto della tradizione contadina che è una pasta fritta rettangolare o circolare perfetta con i ciccioli o la pancetta. Ma è ottimo anche freddo con i formaggi o le marmellate.

Si può anche intingere nel cappuccino o caffè latte come vorrebbe la tradizione.

Modena è da girare sotto gli innumerevoli portici dai colori pastello fino a giungere al Duomo, la famosa Cattedrale di Modena o Casa di San Geminiano, ove riposano le reliquie del patrono.

Edificata nel 1099, ad opera dell’architetto Lanfranco, è un esempio notevole di purezza romanica.

A fianco del Duomo sorge la Torre della Ghiraldina, simbolo della città e punto di riferimento per i modenesi.

Il duomo, la Torre ed il Palazzo Ducale incorniciano Piazza Grande. Che è il cuore della città, antico luogo di mercato e di ritrovo cittadino.

E ancora esibisce la Pietra Ringadora, pietra dell’arringain dialetto modenese.

Si trova di fronte al Palazzo Comunale, dove gli oratori si rivolgevano al popolo e venivano enunciate le sentenze di morte.

SPILAMBERTO, MODENA

E si riparte, in direzione sud.

Dopo 15 km sulla strada dei castelli, sorge un bellissimo borgo con il Castello di Spilamberto.

Fondato nel 1210 sulla sponda sinistra del Panaro a difesa della città, è stato poi trasformato residenza dei feudatari dal XV secolo.

Il cortile ospita la Corte del Gusto, esposizione di eccellenze gastronomiche.

Mentre la Sala Formaggiaia è un laboratorio del famoso Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.   

Assolutamente da non perdere nella costruzione del XVIII secolo di Villa Fabriani l’opera dello scultore G. Obici Il Narciso alla Fonte.

Ma nemmeno Il Museo dell’Aceto Balsamico Tradizionale, ospitato nella stessa villa che presenta importanti acetaie nel sottotetto.

Spilamberto non è famoso solo per l’aceto, ma anche per il nocino.

E’ qui la sede dell’Ordine del Nocino Modenese.

E promuove manifestazioni per valorizzare e diffondere quest’antica tradizione.

Infatti ogni anno a gennaio e febbraio si tiene un Palio fra tutti i produttori con premiazione il giorno di San Valentino.

CASTELVETRO, MODENA

Ora, chi si trova nella provincia modenese non può dimenticare la tradizione dei motori.

Ma, prima di soddisfare questa curiosità, spostandosi di circa 8 km a sud-ovest, vale la pena di visitare questo antichissimo borgo, anch’esso insignito di Bandiera Arancione.

E’ immerso nelle colline dove scorre il Lambrusco, di qualità Grasparossa e dove si produce anche il Trebbiano, usato per la preparazione dell’Aceto Balsamico Tradizionale.

Il suo Castello medievale, sorto intorno all’anno Mille, cambiò più proprietari, tra cui Matilde di Canossa.

Ed è caratterizzato dalle sei torri che si stagliano sull’orizzonte circostante.

La piazza principale presenta una caratteristica decorazione a scacchiera in marmo rosa e sassi.

MARANELLO, MODENA

Altri 8 km verso nord-ovest ecco la cittadina famosa tra gli appassionati di motori e corse automobilistiche.

Qui ha sede da 70 anni la Scuderia Ferrari che comprende fabbrica, squadra corse e centro di ricerca e che ospita il Museo Ferrari.

Ogni cosa qui ricorda il Cavallino Rampante.

Ma, per gli appassionati del settore, come dimenticare i marchi Maserati e Lamborghini? Sono di casa anch’essi nella provincia modenese.

Il borgo non è solo Ferrari, c’è la Galleria del Vento progettata da Renzo Piano. Oltre alla Biblioteca Mabic, con oltre 44mila volumi ed il suo Castello risalente intorno all’anno Mille.

SERRAMAZZONI, MODENA

Scendendo in direzione sud di 20 km, si giunge nel territorio di Serramazzoni.

E’ perfetto per escursioni a cavallo, in mountain bike o semplicemente a piedi.

Nemmeno qui mancano i castelli medievali di Monfestino e di Pompeiano.

E vi sono altri borghi nei dintorni, ma qui sono famose le Cascate del Rio Bucamante, il più importante affluente del Torrente Tiepido.

Con le rocce vulcaniche affioranti dalla’acqua, i Sassi di Varana, ideali per gli appassionati di arrampicata sportiva.

Le cascate devono il nome ai protagonisti di una leggenda, quella del pastore Titiro innamorato dell’aristocratica Odina.

I due giovani, osteggiati, si suicidarono gettandosi nel fiume che divenne “Buca degli amanti”, da cui Bucamante.

ROCCAMALATINA, MODENA

La sosta alle cascate è una deviazione facoltativa, particolare, insolita.

Ma è dispendiosa in termini di tempo poiché lo scopo è avvicinarci a Bologna.

Scegli tu se da Modena direttamente, con 50 km di autostrada, vuoi raggiungere il capoluogo di regione.

Richiederebbe da sola almeno 4/5 giorni.

Oppure, volendo scegliere mete più varie e rinunciando a qualche monumento (o a parecchi monumenti!) puoi deviare verso Maranello. E raggiungere le Cascate del Bucamante.

Allora, da Serramazzoni con altri 22 km tra le colline ti spingi verso est e gusti il paesaggio surreale del Parco dei Sassi di Roccamalatina.

Nel cuore dell’Appennino Emiliano consistente in enormi pietre arenarie alte 70 metri risalenti a 90 milioni di anni fa.

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA? BOLOGNA!

Via, ancora verso est a 48 km, non ci si può esimere dal visitare Bologna. E’ la “dotta”, per l’Università tra le più antiche e prestigiose al mondo. E, inoltre, la “grassa”, per la cucina conosciuta ovunque.

Ancora la chiamano la “rossa”, non per il colore politico ma per i suoi tetti di questo colore, in poche parole: Bologna.

Assolutamente impossibile da vedere in un giorno, a meno che non ci si limiti al centro storico, da percorrere obbligatoriamente a piedi.

LE DUE TORRI

“Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna,

E il colle di sopra bianco di neve ride.”

(Giosuè Carducci)

Tra il XII XIII secolo ci fu un fiorire di torri nella città, innalzate come strumento di protezione ma anche simbolo di potere.

Ne esistevano più di 100 di cui oggi 22 sono le sopravvissute.

Ma, certamente, le più famose sono la Torre degli Asinelli e la Torre della Garisenda, simbolo della città entrambe pendenti.

Asinelli e Garisenda sono i nomi delle due famiglie che le fecero costruire tra il 1109 ed il 1119 anche se non è del tutto certo.

Si pensa che l’Asinelli, la più alta, conosciuta come torre pendente più alta d’Italia, quella che svetta in ogni panorama di Bologna con i suoi attuali 97,2 metri, inizialmente fosse ancora più alta di 20-25 metri.

Nel XIV secolo divenne proprietà del Comune che l’utilizzò come prigione.

La Garisenda è alta 48 metri. Ma, anch’essa, inizialmente era più alta raggiungendo i 60 metri.

Poi, nel 1351 vi fu un cedimento delle fondamenta e fu mozzata all’altezza attuale.

Vi si può salire per immortalare la città: l’Asinelli ha “solo” 498 gradini, auguri!

PIAZZA MAGGIORE

Sceso dalla torre, entra nel cuore di Bologna, Piazza Maggiore, la Piazza Grande di Lucio Dalla.

Una regina da ammirare che vi riempirà gli occhi con maestosi palazzi che la delimitano. E saprai, ancora una volta, cosa vedere in Emilia Romagna.

E poi la fontana del Nettuno, la Sala Borsa, sede della biblioteca comunale, Palazzo Re Enzo.

Ma soprattutto Palazzo Accursio sede del Comune.

E poi il fiore all’occhiello, la Basilica di San Petronio con la sua magnificenza.

Lì dietro, sotto il portico potreste accedere al Palazzo dell’Archiginnasio dove vi affascinerà il Teatro Anatomico.

IL QUADRILATERO DI BOLOGNA RISPONDE ALLA DOMANDA “COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA”

Tornando in Piazza Maggiore ed entrando in via Clavature, ti troverai in un dedalo di vicoli e viuzze che formano il Quadrilatero bolognese.

E’ disseminato di locali e osterie ideali per un aperitivo ma punteggiato da insegne di antichi locali.

Vedrai negozi di artigiani, di frutta e verdura e tantissime pescherie.

Tra loro una perla, la Chiesa di Santa Maria della Vita.

PIAZZA SANTO STEFANO

Detta anche Piazza delle Sette Chiese è in realtà uno slargo della via di forma triangolare.

E’ utilizzata per concerti o manifestazioni culturali è uno scorcio caratteristico e sempre animato della città.

Arrivando dalle Due Torri è delimitata dalla Basilica di Santo Stefano incorniciata da palazzi storici quali il Palazzo Bolognini Salina.

La piazza dà il titolo ad una canzone di Cesare Cremonini.

CORTE ISOLANI E STRADA MAGGIORE

Da un portico di Piazza Santo Stefano, attraversando la suggestiva Corte degli Isolani, troverai gente con il naso all’insù che cerca di scorgere uno dei 7 segreti di Bologna.

E cioè le tre frecce conficcate nel legno del sottoportico.

La leggenda parla di tre briganti malintenzionati. Nell’intento di colpire un aristocratico locale, furono distratti dalla vista d’una bella fanciulla nuda affacciata alla finestra.

E lei fece loro sbagliare mira mandando le frecce a infilzarsi nel legno.

Lasciata la corte vi troverete in Strada Maggiore.

E’ un’ariosa via ombreggiata dai portici, percorrila ammirando le vetrine fino al Portico dei Servi.

Ti verrà in mente di canticchiare alcuni versi di Eskimo, la canzone di Francesco Guccini.

Ricordi fui con te a Santa Lucia, la portico dei Servi per Natale, credevo che Bologna fosse mia: ballammo insieme all’anno o a Carnevale.”

All’altezza del portico, ti troverai in Piazza Aldovrandi e ti sembrerà di essere in un quartiere di Parigi.

IL QUARTIERE UNIVERSITARIO

Tornando verso il centro percorri la sorella di Strada Maggiore.

E’ via San Vitale, meno opulenta ma multietnica.

Raccoglie tanti piccoli negozi gestiti da indiani, pachistani e bengalesi alla portata delle tasche degli studenti.

E arriva, a destra delle Torri in via Zamboni, la via della storica Università.

Qui, tra via Zamboni, via Mascarella, via delle Belle Arti e via Marsala, sarai circondato da trattorie, pub, pizzerie.

E potrai assaggiare piatti provenienti da ogni angolo di mondo. Sarai in mezzo a graffiti e murales e tante, tantissime biciclette incatenate.

Dalla fine di via Marsala, stupisciti con una vista inaspettata e romantica: la finestrella sul canale di via Piella.

Riprendendo via Marsala arriverai in via Indipendenza, il portico più trafficato di Bologna, la via dello shopping.

E se ti piace un po’ di vivacità, la sera, specie nei weekend, non mancare di recarti al Pratello.

E’ lo storico quartiere gremito di risate, luci e tavoli pieni e gente con un bicchiere in mano.

Sempre nei weekend potrete scoprire la creatività della street art.

I MUSEI DI BOLOGNA

Non che rimanga del tempo, ma per gli appassionati Bologna offre ovviamente molte possibilità.

Da Palazzo Pallavicini a Palazzo Albergati, bei palazzi storici anche senza mostre.

E dal Museo civico Medievale nel Palazzo Ghisilardi Fava al Museo della Storia di Bologna nel Palazzo Pepoli.

La vera istituzione in tema è il Museo d’arte moderna MAMbo.

Oltre alla collezione permanente dedicata a Giorgio Morandi, presenta in calendario sempre mostre di artisti di grande rilievo dell’arte moderna.

FERRARA: COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA

Ti rimane un solo giorno ed è un vero peccato!

Sarà difficile trovare posto per il mare perché ancora mancano gioielli come Ferrara e Ravenna.

Per non parlare di Comacchio, Cesenatico e Rimini.

E altri borghi fantastici, senza contare che abbiamo saltato a piè pari la provincia di Forlì-Cesena.

Perciò, da Bologna, appesantiti senz’altro da qualche etto in più.

Non pensare di trascorrere 7 giorni in Emilia Romagna sperando di rimanere a dieta!

Abbiamo già spiegato che un appellativo di Bologna è “la grassa”.

E, ormai, avrai constatato che qui mangiare e bere bene è un obbligo che si soddisfa facilmente un po’ovunque.

Riprendi il viaggio e con 48 km d’autostrada raggiungi Ferrara, la città delle biciclette e dei parchi.

Era un importante centro già dall’epoca romana vicina al delta del Po, affacciato sul mar Adriatico.

E’ un bellissimo centro rinascimentale, nato dall’idea rappresentata dal famoso dipinto del XV secolo, di autore sconosciuto “La città ideale”.

L’architetto Biagio Rossetti cominciò a progettare in quel periodo una riorganizzazione dei quartieri del centro medievale.

E diventando, di fatto, il primo urbanista della storia che rese Ferrara una città “moderna”.

Sotto la signoria Estense, tra il XV e XVI secolo, la città godette il suo massimo splendore. Divenne un crocevia per il passaggio d’illustri personaggi ed artisti, come Nicolò Copernico, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto.

LE MURA

Il centro storico, fortunatamente, è raccolto e cinto da mura risalenti al XVI secolo erette su quelle medievali.

Sono molto ben conservate e quasi tutte percorribili anche in bicicletta.

IL PALAZZO DEI DIAMANTI

E’ uno tra i più celebri gioielli del rinascimento, realizzato nel 1493 da Biagio Rossetti e commissionato da Sigismondo d’Este.

Deve il suo appellativo agli 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa posati a spigolo che lo fanno letteralmente splendere.

LA CATTEDRALE

Iniziata a costruire nel XI secolo è in pieno stile romanico gotico e la facciata divisa in tre cuspidi la rende maestosa.

LA CASA DI LUDOVICO ARIOSTO

Sempre nel cuore del centro si trova questo bell’edificio che ospita un piccolo museo dedicato al poeta.

Contiene anche una copia illustrata dell’Orlando Furioso, il suo riconosciuto capolavoro. 

CASA ROMEI

Un perfetto incrocio tra stili medievale e rinascimentale , tra il XIV e XV secolo, vi offrirà l’incanto del bellissimo chiostro.

PALAZZO DI LUDOVICO IL MORO

Anche detto Palazzo Costabili, è un edificio tipicamente rinascimentale con la loggia sostenuta da un doppio colonnato che cinge il cortile interno.

PALAZZO SCHIFANOIA

Buffo nome vero?

Eppure, Alberto V d’Este, verso la fine del secolo XIV, lo battezzò proprio luogo di ozio in cui schivar la noia!

Contiene il salone dei Mesi, famoso per lo splendore dei suoi affreschi che “lodano” il governo degli Estensi.

IL CASTELLO ESTENSE

Il fulcro di Ferrara, il monumento che più la rappresenta.

Nel cuore del centro era la rappresentazione del potere politico e militare della famiglia estense.

COMACCHIO, FERRARA

Dopo una visita veloce a Ferrara, l’itinerario prevede Ravenna, ma già che ci siete, conviene arrivarci lungo la costa.

Perciò, spingiti per circa 50 km verso il mare ed approfittane per vedere Comacchio, la “piccola Venezia”.

Un’incantevole cittadina lagunare sul delta del Po a 3 chilometri dal mare che si specchia nel suo intreccio di canali.

Dal Ponte degli Sbirri godrai la sua vista migliore.

Da una parte il settecentesco Ospedale degli Infermi che ospita il Museo Delta Antico per gli appassionati di archeologia.

Mentre dall’altra il celebre Trepponti , simbolo di Comacchio.

Se siete in orario giusto guardate la bellissima Antica Pescheria del XVII secolo che oggi si anima del mercato del pescato.

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA? RAVENNA

Ed ora che hai scattato tante, tantissime foto, costeggiate per 35 km la costa adriatica verso sud e raggiungete Ravenna.

Sei in Romagna, la città romagnola più grande e certamente la più importante storicamente, pensate che è stata capitale per ben tre volte.

Dal 402 al 476 dell’Impero Romano d’Occidente, dal 493 al 553 del Regno degli Ostrogoti e dal 568 al 751 dell’Esarcato Bizantino.

Non a caso è inserita nella dei siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO per i suoi monumenti paleocristiani.

Infatti è conosciuta come la capitale del mosaico.

Chissà perché noi la ricordo per il Mausoleo di Teodorico, colpa delle gite scolastiche.

Effettivamente è il più celebre monumento funerario degli ostrogoti.

Ma vi è anche il Mausoleo di Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio, quello che fece di Ravenna la capitale dell’Impero Romano d’Occidente.

Lo stesso che costruì questo piccolo mausoleo nel 425-450.

Appena in tempo per la morte dell’imperatrice che fu sepolta a Roma dove morì.

BASILICA DI SANT’APOLLINARE

Fatta erigere da re Teodorico il goto nel 505 come chiesa ariana ad uso della corte, assunse l’attuale nome verso il IX secolo. Proprio quando furono lì raccolte le reliquie del primo vescovo di Ravenna, sant’Apollinare.

Come tutte le chiese di Ravenna dei periodi imperiale, ostrogotico e giustinianeo è decorata con preziosi e coloratissimi mosaici di varie epoche.

BASILICA DI SAN VITALE

Consacrata nel 548, è una delle massime espressioni artistiche tardo romane.

Risente fortemente d’influenze orientali ben visibili nella loro massima espressione nei suoi bellissimi mosaici.

COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA IN 7 GIORNI

L’itinerario non è completo ma il viaggio è finito.

Certo, per compierlo tutto avreste dovresti essere un maratoneta.

Magari tagliando qualcosa qui e là potresti soffermarti di più dove senti maggior attrazione, maggior affinità con i tuoi gusti.

Oppure potresti aggiungere mete che qui non sono entrate.

Come Dozza, in provincia di Bologna a 36 km verso Imola da cui dista 6 km.

E’ uno dei 100 borghi medievali più belli d’Italia famosa per la Biennale del muro dipinto che la trasforma in un affresco a cielo aperto.

Oppure Cesenatico, con il suo porto canale ed i suoi pescherecci.

E ancora i parchi, tantissimi.

O magari Sant’Arcangelo di Romagna, altro borgo medievale  in provincia di Rimini che sorge su grotte tufacee, un labirinto di ghiacciaie, grotte e granai antichi che formano una città sotterranea.

Insomma, cose da vedere ce ne sarebbero tante tantissime, dipende anche da dove arrivi e come ti sposti.

In realtà, Bologna è lo snodo autostradale più grosso d’Italia e nemmeno quello ferroviario scherza.

Certo che Bologna è quasi al centro dell’itinerario di questi 7 giorni che ti porta a scoprire cosa vedere in Emilia Romagna. Quindi dovresti dimezzarlo.

O vai verso l’entroterra in piena Emilia, oppure vero la costa e la Romagna.

Dipende anche dal periodo, magari d’estate sarai più attratto dal mare.

Attenzione al traffico, per quanto io sia d’accordo con Enrico Ruggeri, ha un fascino speciale il mare d’inverno!

Insomma, la regione è ben servita, sia che ti sposti in auto che in treno.

Ma hai mai pensato ad un tour in bicicletta?

Questa è la zona adatta, certo non è per tutti, ma per gli sportivi è una vera pacchia!

Comunque, sei fortunato perché le distanze non sono eccessive. E il centro di queste province, esclusa Bologna, è piuttosto raccolto. Quindi ti consigliamo caldamente di noleggiare la bici per visitarlo.

Per chi ama la natura, esiste un’ampia scelta di agriturismo disseminati tra la campagna e le colline nonché di camping lungo la costa.

CONCLUSIONI: QUINDI COSA VEDERE IN EMILIA ROMAGNA?

Di tutto e di più.

Cosa vedere in Emilia Romagna dipende dai tuoi gusti e dalle tue passioni.

Speriamo ti sia tuffato con gioia in questo viaggio che ci auguriamo ti abbia fatto innamorare. E, allo stesso tempo, ti lasci la voglia di tornare.

Perché, come recita la pubblicità: la Romagna è il sorriso degli italiani, ma l’Emilia ne è il buon gusto.