bioparco di Roma

Il Bioparco di Roma: dal giardino zoologico alla missione odierna

Il Bioparco di Roma nasce dal giardino zoologico aperto nel 1908 grazie al lavoro di un gruppo di finanziatori che fondano la “Società Anonima per il Giardino Zoologico“. Al tempo delle sue origini, doveva essere un polo di attrazione e spettacolo. Il tutto reso possibile grazie alla grande varietà di animali raccolti nello zoo. Naturalmente, parlando del secolo scorso, è necessario ricordare che lo zoo era concepito in modo molto differente dagli attuali parchi. Cioè nasceva con il solo scopo di divertire un pubblico pagante, senza nessun fine educativo o scientifico.
L’esposizione degli animali doveva essere il mezzo principale per raggiungere questo obbiettivo primario, quindi si ricercavano soprattutto specie rare o particolari.

Villa Borghese sede del Bioparco di Roma

Costruito nella porzione Nord di Villa Borghese, il parco occupa ben 12 ettari di terreno. E, già subito dopo il grande successo dell’inaugurazione del 1911, si distingueva dagli altri giardini zoologici.
Lo Zoo, infatti, venne edificato secondo una nuova concezione. Non c’erano sbarre a rinchiudere gli animali! Le gabbie erano sostituite con dei fossati. La stessa tecnica fu utilizzata poi anche nella realizzazione dello Zoo di Stellingen (Amburgo), considerato il massimo della modernità e spettacolarità per l’epoca. Infatti, per tale motivo, divenne in poco tempo uno dei più importanti d’Europa superando in bellezza anche quelli di Parigi e Berlino costruiti con vecchi sistemi.

Il declino del giardino zoologico e i successivi interventi di ampliamento

Dopo diversi anni, però, la struttura iniziò a subire un lento declino. Tanto che il tentativo di arricchire il numero e la rarità delle specie ospitate pareva non riuscire a evitare il fallimento. Fu allora però che il Giardino Zoologico venne sottoposto a una serie di ampliamenti. Fino a che, finalmente, nel 1935, venne inaugurata la nuova area. E qui spiccavano quelli che divennero, da lì in avanti, i due fiori all’occhiello del parco. Cioè la Grande Voliera ed il Rettilario.
Dopo la seconda guerra mondiale che devastò gran parte dell’Europa, la gestione dello Zoo divenne molto più precaria. E ciò divenne sempre più evidente, sebbene interi settori fossero adibiti al restauro e alla ristrutturazione. Solo grazie alla piena realizzazione di un progetto di riqualifica durato ben 9 anni, la nuova struttura venne definitivamente inaugurata nel 1983.

Il nuovo scopo del Bioparco di Roma: la conservazione

Oggi, i parchi giocano un ruolo fondamentale per garantire la conservazione in natura di specie minacciate di estinzione.
Proprio a questo proposito, il Bioparco di Roma è membro dell’ EAZAUnione Europea Zoo e Acquari – e della WAZAUnione Mondiale Zoo e Acquari. Oltre a collaborare a livello internazionale con molte istituzioni impegnate nella conservazione delle specie a rischio di estinzione.

Il progetto ARCA

Il Bioparco di Roma partecipa attivamente anche ad un progetto internazionale dal nome ARCA. Si occupa, in particolare, della salvaguardia degli anfibi, oltre che altri programmi legati alla riproduzione in cattività. Come l’EEP (European Endangered species Programme) volto a favorire anche l’interscambio di animali fra i diversi parchi. L’obbiettivo finale di questi progetti è di raccogliere le informazioni sullo stato delle specie più diverse, minacciate dall’imminente rischio di estinzione in natura. Il fine è di produrre in maniera guidata degli alberi genealogici. Oltre a realizzare “analisi demografiche nonché genetiche, il tutto al fine di pianificare la futura gestione di queste specie a rischio.”

La Ricerca

La ricerca condotta nei parchi persegue uno scopo e un ruolo fondamentale, ovvero di andare ad indagare ogni aspetto della vita animale. Tutto ciò per approfondirne la conoscenza e riuscire a monitorarli, soprattutto nel loro habitat naturale.

Gli animali e le varie aree

Il parco ospita circa più di duecento specie di animali fra anfibi, mammiferi, uccelli e rettili, tutti provenienti da un continente differente Quali sono quindi le maxi-aree distinguibili all’interno del parco, dedicate alle varie specie? Una tra le aree più nuove, inaugurata nel 2015 accoglie le tigri di Sumatra. Il nuovo spazio espositivo è in grado di riprodurre l’habitat naturale di queste creature, perchè questa sottospecie è ad altissimo rischio di estinzione. Qui si trovano anche differenti tronchi di castagno e bambù di grandi dimensioni, un prato spazioso e una vasca collocata tra le rocce.

Le scimmie e i lemuri del Bioparco di Roma

L’area delle scimmie più piccole del mondo è stata creata grazie al contributo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Da sempre il Ministero si impegna a combattere la piaga del commercio illegale di animali e piante. Cioè una delle principali cause di minaccia per molte specie, Tamarini e Uistitì inclusi. Queste piccole scimmie sono a serio rischio di estinzione. E appartengono a una grande famiglia che conta ben 42 specie diverse, distribuite unicamente in Centro-Sud America, con una maggior concentrazione nella Regione Amazzonica. Si distinguono dalle altre per alcune caratteristiche quali le unghie simili ad artigli e il pollice non opponibile.

Il lemure catta o con la coda ad anelli

La zona per le piccole proscimmie del Madagascar, dall’inconfondibile coda ad anelli bianchi e neri, ha grandi spazi e vetrate per l’osservazione degli animali. Qui si sono riprodotti ambienti naturali idonei alla specie. Oltre alla nuova zona di pannelli espositivi per permettere ai visitatori di conoscere al meglio la specie ospitata.